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Solitudine nella coppia: quando si è in due ma ci si sente soli

  • Immagine del redattore: Produzione Webidoo
    Produzione Webidoo
  • 1 nov
  • Tempo di lettura: 3 min

Solitudine nella coppia

Stare in coppia non significa automaticamente sentirsi vicini. Anzi, a volte è proprio all’interno della relazione che può emergere un senso profondo di solitudine affettiva, come se ci si trovasse emotivamente distanti, pur condividendo gli stessi spazi, la stessa casa, magari persino la stessa routine quotidiana. Questa forma di solitudine in coppia è tra le più difficili da riconoscere e da affrontare, perché non è fatta di assenze fisiche, ma di assenze emotive: mancanza di ascolto, di comprensione, di contatto autentico.


Quando si è in due, ma ci si sente soli


Spesso ci si accorge di sentirsi soli all’interno della relazione quando il dialogo si fa formale, la tenerezza scompare, e ogni momento insieme appare più come un dovere che come un piacere. A volte si continua a vivere insieme solo per abitudine, per i figli o per paura del cambiamento, ma in realtà il legame emotivo si è affievolito.


I segnali più comuni includono:


  • Mancanza di comunicazione autentica

  • Diminuzione o assenza di intimità fisica ed emotiva

  • Sensazione di invisibilità: “non mi vede, non mi sente”

  • Evitamento del confronto, della condivisione

  • Vita parallela sotto lo stesso tetto

Non si litiga nemmeno più, perché il silenzio ha preso il posto del conflitto.


Le possibili cause della solitudine relazionale


Dietro questo tipo di distanza si nascondono spesso dinamiche complesse. La mancanza di connessione emotiva può derivare da:


  • Aspettative diverse rispetto alla relazione

  • Stili comunicativi incompatibili o poco empatici

  • Stress, lavoro, figli, problemi esterni che consumano le energie

  • Ferite non elaborate (come un tradimento passato)

  • Modelli relazionali appresi nelle famiglie d’origine

In alcuni casi, la solitudine emotiva può essere un sintomo precoce di una crisi profonda, in altri una condizione cronica che si trascina da anni senza mai essere nominata.


La tentazione del silenzio e del compromesso


Molte persone scelgono di tacere, pensando che sia “normale” sentirsi così dopo tanti anni. Oppure temono che affrontare il problema possa portare a una rottura definitiva. E così si continua a vivere nella distanza, rinunciando a chiedere di più, di meglio. Ma la verità è che la solitudine in coppia non è inevitabile né irrimediabile, a patto che venga riconosciuta e affrontata con coraggio.


Il ruolo della terapia di coppia: ricostruire il ponte


Un percorso di terapia di coppia può essere estremamente utile per affrontare questo tipo di crisi silenziosa. Il lavoro terapeutico permette ai partner di:


  • Dare un nome a ciò che stanno vivendo

  • Esplorare i bisogni emotivi non espressi

  • Riconoscere i propri schemi relazionali disfunzionali

  • Imparare a comunicare in modo autentico e non accusatorio

  • Ricostruire una connessione empatica e reciproca

Nel mio lavoro utilizzo l’approccio sistemico-relazionale, che considera la coppia come un sistema in cui ogni comportamento ha senso solo se letto nella dinamica complessiva. Non si cercano colpevoli, ma si costruisce una nuova modalità di incontro.


Riscoprire la relazione, o ritrovare sé stessi


Non tutte le coppie, una volta attraversato questo tipo di percorso, scelgono di restare insieme. Ma tutte, se accompagnate nel modo giusto, possono riscoprire la verità del proprio legame, decidere in modo consapevole e – soprattutto – ritrovare una connessione con sé stesse. Perché la vera solitudine non è stare da soli, ma non sentirsi visti quando si è in compagnia.


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Dott. Fabio Garzara


Dottore in Psicologia clinica e Psicoterapeuta
Iscr. Albo degli Psicologi del Veneto n. 10166

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