Ansia: cos'è davvero, come si manifesta e quando chiedere aiuto
- Produzione Webidoo

- 22 set
- Tempo di lettura: 3 min

Tutti noi, prima o poi, ci siamo sentiti in ansia: prima di un esame, di una decisione importante o in un momento di incertezza. È una risposta naturale del nostro organismo di fronte a un pericolo, reale o percepito. Serve, in fondo, a metterci in guardia e a prepararci ad agire. Ma cosa succede quando l’ansia diventa costante, invadente, ingestibile? Quando l’ansia si presenta senza una causa apparente, o in forme troppo intense e persistenti, può trasformarsi in un vero e proprio disturbo d’ansia. A quel punto, non ci protegge più: ci blocca. Ci limita. Ci allontana da una vita piena.
Ascoltare il corpo: i sintomi dell’ansia
Molto spesso, il primo campanello d’allarme arriva dal corpo. Non sempre ci accorgiamo subito che si tratta di ansia, perché si maschera da qualcosa d’altro: un disturbo fisico, una difficoltà a dormire, una strana agitazione che non sappiamo spiegare.
Tra i sintomi fisici più comuni troviamo:
Tachicardia, respiro affannoso, senso di oppressione al petto
Tensione muscolare, formicolii, brividi, sudorazione eccessiva
Disturbi gastrointestinali come nausea, mal di stomaco o diarrea
Vertigini, sensazione di instabilità o svenimento
Ma non è solo il corpo a reagire. L’ansia si manifesta anche con pensieri ricorrenti, difficoltà di concentrazione, irritabilità, timore costante di qualcosa che non si riesce a definire.
Quando l’ansia prende forme diverse: i principali disturbi
Esistono diversi tipi di disturbo d’ansia, ciascuno con caratteristiche specifiche. Tra i più frequenti:
L’ansia generalizzata, che ci accompagna in modo silenzioso ma continuo, colorando di preoccupazione ogni aspetto della vita quotidiana.
Gli attacchi di panico, che irrompono all’improvviso, lasciandoci senza fiato, con il cuore in gola e la sensazione di perdere il controllo.
L’ansia sociale, che ci spinge a evitare gli altri per paura di essere giudicati, criticati, rifiutati.
In tutti questi casi, l’ansia non è più una semplice emozione: è diventata un ostacolo alla libertà.
Quando è il momento di chiedere aiuto?
È utile rivolgersi a uno psicologo quando l’ansia:
Ti accompagna quasi ogni giorno
Ti impedisce di svolgere attività normali, come lavorare, uscire o dormire
Ti costringe a evitare situazioni o persone
Ti fa sentire costantemente in allerta o in pericolo
Ti isola, o ti fa cercare soluzioni poco sane (alcol, farmaci, ritiro sociale)
In queste situazioni, non bisogna “aspettare che passi da sola”: l’ansia cronica tende ad autoalimentarsi. Affrontarla con l’aiuto di un professionista può fare davvero la differenza.
La psicoterapia come strumento di consapevolezza e cura
Affrontare l’ansia non significa eliminarla del tutto, ma imparare a gestirla. La psicoterapia, in particolare quella di tipo sistemico-relazionale, aiuta a esplorare le cause profonde del disagio: i vissuti emotivi, i legami familiari, i meccanismi automatici che abbiamo sviluppato nel tempo.
Attraverso un percorso terapeutico, è possibile:
Dare un nome alle emozioni
Imparare strategie per calmare il corpo e la mente
Riconoscere e modificare i pensieri disfunzionali
Recuperare il controllo della propria vita
Non si tratta di “curare un sintomo”, ma di prendersi cura della persona nella sua interezza.
Conclusione: l’ansia non va subita, va compresa
Se ti riconosci in queste parole, o se qualcuno a te vicino vive qualcosa di simile, sappi che non sei solo. L’ansia può essere affrontata e trasformata. Non è una condanna, ma un messaggio da ascoltare. E chiedere aiuto non è debolezza: è il primo passo verso il cambiamento.
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